Zaccheo-Fazzone…non ci resta che piangere!

Sta storia tra Zaccheo e Fazzone è meglio di una fiction sulla mafia…peccato non ci sia il lieto fine!

 

Latina – La buccia di banana sulla quale è scivolato il sindaco Zaccheo è di quelle più insidiose. Una occasione d’oro servita su un piatto d’argento ad un avversario politico che non aspettava altro per fare un goal di contropiede clamoroso. I fatti li conosciamo per averli visti nel servizio di Striscia la notizia. Il sindaco Zaccheo, all’indomani della vittoria della Polverini, in preda all’euforia del vincitore, si lascia andare a dichiarazioni oltremodo compromettenti: “Non appaltare più a Fazzone, ha perso 15mila voti”. Mai frase fu più pregiudizievole e foriera di immediate ripercussioni. Minimizza addirittura la successiva richiesta di raccomandazione per le proprie figlie. Cuore di padre!

I motivi del contendere -Tra Fazzone (ex FI) e Zaccheo (ex AN) non corre buon sangue sin dalle elezioni regionali del 2005 quando il politico di Fondi riuscì ad affermare la sua leadership indiscussa in Forza Italia. In virtù delle preferenze ottenute il futuro senatore pretese uno spazio più visibile per gli azzurri nell’amministrazione del capoluogo. La goccia che fece traboccare il vaso però fu la questione della gestione Acqualatina. La crisi si trascinò fino all’intervento di Roma che tentò di riequilibrare le parti, mettendo fine alla diatriba. Ma sotto le ceneri covava il fuoco della vendetta. Nel 2007 Zaccheo ripresentò la sua candidatura a sindaco di Latina. Fazzone non intervenne alla conferenza stampa di presentazione, rimarcando la sua disapprovazione politica. Un gesto che scavò un solco ancora più profondo tra i due. Intanto nel 2008 Fazzone diventava senatore e rafforzava la leadership locale assumendo il coordinamento del PdL pontino. In quel frangente Zaccheo pensò bene di non sciogliere il gruppo exAN, sottolineando vistosamente il personale non riconoscimento del ruolo assunto da Fazzone. La guerra fredda tra i due continuò senza esclusioni di colpi.

Nelle successive elezioni provinciali Armando Cusani, ex azzurro, si confermò presidente e Zaccheo chiese spazio in giunta per gli ex An,  bloccando la nomina di tre assessori azzurri, ma  l’ennesimo intervento dei vertici romani del partito ridimensionò le pretese del sindaco pontino. Questi masticava amaro, ma fatti nuovi si profilavano all’orizzonte. Il  nome del senatore Fazzone, già indagato dalla Procura per concorso in abuso d’ufficio, comparve anche nelle informative dei Ros riguardo alle inchieste sulle infiltrazioni della camorra a Fondi. Scoppia il “caso Fondi”. Fazzone si batte per sventare lo scioglimento del Comune di Fondi per infiltrazioni mafiose chiesto dal ministro dell’Interno Maroni, ma si va a nuove elezioni.

Il momento della riscossa è vicino. Alle recenti elezioni regionali Zaccheo schiera in campo Stefano Galetto che riscuote un consenso tale da far segnare un importante punto al sindaco pontino. Ma il diavolo ci ha messo lo zampino e, dopo l’infelice uscita registrata da Striscia, a Latina si scatena il finimondo. Ventidue consiglieri comunali si dimettono, sfiduciando Zaccheo. La manovra è firmata Fazzone, anche se questi declina ogni responsabilità in merito. Ma la scelta di farla pagare all’avversario politico è come un boomerang che si ritorce contro chi l’ha lanciato. A sentire il coordinatore del Pdl nel Lazio, Vincenzo Piso, il senatore di Fondi ha bruciato la possibilità di prendere un assessorato regionale. “Fai cadere una giunta e ti prendi un assessorato? Non scherziamo. Fazzone è pure coordinatore provinciale del Pdl, doveva contare fino a 10 prima di far cadere Latina. Dalla diatriba ne sarebbe uscito vincitore, perché pure Zaccheo è uno che non conosce limiti. Si poteva ricomporre tutto, ma non esiste che fai pagare la disputa a Latina”.

 

Epilogo – Domani al Comune di Latina si insedierà il commissario prefettizio, dottor Guido Nardone. A Latina, si tornerà al voto con molta probabilità nella primavera del 2011, ma non si esclude un anticipo al prossimo autunno, quanto si tornerà alle urne a Bologna. Insomma, dopo il decreto salva liste, tocca sorbirci anche gli inciuci di una politica giocata sul voto di scambio, sul nepotismo e sul clientelismo. Le rivalità tra fazioni scoprono la m… che è sotto la neve e non è un bel vedere. Nemmeno la consolazione che questo schifo possa far calare il consenso verso il centrodestra. Latina è una roccaforte inespugnabile. Non ci resta che piangere.

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